P. Andrea (Nicola) D'Ascanio, OFM Capp, è nato il 15 febbraio 1935. Iscritto alla Facoltà di Agraria di Perugia nel maggio 1955, ad Assisi sente la chiamata alla vita religiosa. Prima di entrare nel noviziato chiede conferma della sua vocazione a San Pio da Pietrelcina che sarà suo costante punto di riferimento spirituale e sacerdotale.
Entrato nei PP. Cappuccini il 15 gennaio 1956, è ordinato sacerdote il 25 marzo 1962. Laureato in Lettere e Filosofia. Licenza in Teologia.
La base della sua attività è la preghiera e tale spirito comunica a chi gli sta attorno. Punti fermi della sua direzione spirituale sono la Consacrazione a Dio Padre con Maria, per Maria e in Maria; la Comunione e il Rosario intero quotidiani; la Confessione ogni otto o al massimo dieci giorni. Frutto di questa lineare azione di apostolato sono le famiglie cristiane e le vocazioni maturate in seno all'Armata Bianca e che poi si sono realizzate in vari Ordini religiosi.
Alla morte di Padre Pio da Pietrelcina, il P. Andrea D'Ascanio incontra Padre Pio Dellepiane, dei Frati Minimi. Anche di questi, deceduto il 12 dicembre 1976, è in corso la causa di beatificazione ed è già stato dichiarato Servo di Dio. Dopo essersi consigliato con Padre Pio Dellepiane e avere avuto il suo consenso, P. Andrea D'Ascanio fa parte del primo nucleo di Francescani che hanno dato vita ad un movimento di ritorno allo spirito iniziale della Regola, sfociato nella nascita della nuova famiglia dei Frati Minori Francescani Rinnovati.
Rientrato fra i PP. Cappuccini nel 1973, P. Andrea D'Ascanio con il benestare dei suoi Superiori dell'Ordine Cappuccino inizia e porta avanti l'attività dell'Armata Bianca, opera apostolica compiuta in obbedienza al Servo di Dio P. Pio Delle Piane. Da allora «l'Armata Bianca della Madonna», si è diffusa, i Nidi di preghiera si sono moltiplicati e sono diventati la sua principale e continua attività pastorale.
S.E.R. Mons. Mario Peressin Arcivescovo di L’Aquila riconosce l’Armata Bianca come "Movimento ecclesiale" come risulta dal «Bollettino della Arcidiocesi de L'Aquila», del gennaio 1998. E, a seguire numerosi Vescovi in tutto il mondo hanno riconosciuto il Movimento.
Annotiamo qui alcune delle iniziative promosse da Padre Andrea D’Ascanio e realizzate dall’Armata Bianca
1. Consacrazione dei piccoli a Dio Padre ed a Maria
Nell’arco di trent’anni l’Armata Bianca ha consacrato a Dio Padre, in Maria, più di 2 milioni di bambini di ogni parte del mondo avvicinando i bambini degli asili e delle scuole elementari, d’intesa con i loro direttori ed insegnanti, perché potessero spontaneamente e con entusiasmo dire il loro “sì” a Dio Padre in Maria perché si realizzasse la Pace nella loro città e nel mondo.
A tutti i bambini, dopo la “Consacrazione”, è stato insegnato a recitare il S.Rosario e donata una coroncina insieme ad un libretto indicativo dei misteri da meditare e un giornalino dell’Armata Bianca.
I bambini sono poi stati invitati a formare dei Nidi di Preghiera per recitare il Rosario e - ove possibile - per fare Adorazione Eucaristica una volta la settimana. Tramite i piccoli si cerca di tenere unite le famiglie con la preghiera: è questo l’apostolato più semplice ed efficace per arginare la distruzione della famiglia, che è l’immagine viva di Dio Uno e Trino.
L’Armata Bianca è stata sempre strettamente unita al Papa e con S.S.Giovanni Paolo II ha vissuto le meravigliose vicende dell’ultima parte del secolo XX e l’inizio del terzo millennio. E’ stata più volte ricevuta in Vaticano, in particolare vale la pena ricordare l’Udienza speciale del 27 maggio 1989 in cui furono accolti nell’Aula Paolo VI ben 10.000 bambini dell’Armata Bianca. Durante l’udienza Padre Andrea D’Ascanio presentò al Papa i bambini del Movimento come piccoli David che - con la “fionda” del Rosario - colpiscono il gigante Golia e lo atterrano: è evidente che per “Golia” si intendeva il male in ogni sua forma. I bambini furono invitati ad offrire se stessi per questa intenzione, la loro risposta fu un “sì” di una potenza indescrivibile.
2. Preparazione dei bambini alla Prima Comunione
Il 10 agosto del 1910 Sua Santità San Pio X firmò il Decreto “Quam Singulari” con il quale stabilì che i bimbi fossero ammessi alla Prima Comunione all’età di sette anni, quando l’età media per ricevere la Comunione era di 12-14 anni: - Quando il Signore ha preso possesso di quei teneri cuori, il demonio non potrà più averne possanza” E’ meglio che i fanciulli ricevano Gesù quando hanno ancora il cuore puro”, soleva dire.
Facendo proprio il messaggio di san Pio X, confermato poi da tutti i suoi successori e ratificato nel Codice di Diritto Canonico can.914, Padre Andrea D’Ascanio ha iniziato con l’Armata Bianca a preparare i piccoli all’incontro con Gesù Eucaristia al primo uso di ragione. Quest’opera di sensibilizzazione nei confronti di parroci, vescovi e genitori ha portato notevoli frutti spirituali che si sono riversati prima di tutto sulle famiglie.
3. L’affidamento di bambini in difficoltà
Oltre a porre al sicuro lo spirito dei bambini nel Cuore del Padre e di Maria con la Consacrazione, Padre Andrea con l’Armata Bianca hanno cercato di dare, mediante l’affidamento, una sicurezza anche materiale a quei bimbi che si trovano in gravi disagi familiari.
A L’Aquila il Movimento ha costituito l’associazione “Famiglie Affidatarie dell’Armata Bianca”, sensibilizzando l’opinione pubblica e reperendo famiglie aperte all’accoglienza.
Vari membri del Movimento hanno ospitato uno o più bambini prendendosi cura di loro fino a quando non sono stati inseriti nella famiglia originaria o, quando questo non è stato possibile, curando la loro adozione definitiva presso altre famiglie.
4. Il seppellimento dei bimbi vittime dell’aborto e collocazione della statua di Maria Madre dei Bimbi non nati a L’Aquila e nel mondo
L’Armata Bianca, interessandosi dei bambini, non può non aver cura dei più piccoli fra i piccoli e, per “fermare l’eccidio dell’aborto” - usando un’espressione di Giovanni Paolo II - porta avanti il seppellimento dei bimbi uccisi negli ospedali nella coscienza che questa battaglia è essenzialmente spirituale, trattandosi di uno scontro tra Dio, Padre di Vita, e Satana “omicida sin dall’inizio” (Gv 8,44).
Nel 1986 P.Andrea D’Ascanio organizzò una Settimana per la Vita nella diocesi di L'Aquila e, nell'intervento conclusivo di quel convegno dichiarò che l'Armata Bianca si sarebbe battuta per ottenere i cadaveri dei bimbi uccisi negli ospedali per dare loro dignitosa sepoltura.
Nel 1989 “Il Movimento per la Vita dell’Armata Bianca” ha realizzato, per la prima volta al mondo nel cimitero de L’Aquila, il seppellimento dei bambini vittime dall’aborto e il 28 dicembre 1991, Festa dei Santi Innocenti, ha posto nello stesso cimitero accanto ai piccoli, un monumento a «Maria Madre dei Bimbi non nati».
All’inaugurazione del Monumento - con la partecipazione di S.E. Mons. Mario Peressin Arcivescovo dell’Aquila che benedisse la statua - intervennero varie personalità e molti giornalisti. Ne seguì una violentissima reazione, con interpellanze parlamentari e sfilate di migliaia di femministe, nonché una grande campagna diffamatoria sui mass-media internazionali. Questa costante azione di diffamazione non è mai cessata: i sostenitori dell'aborto da allora cercano ogni occasione per colpire Padre Andrea e l’Armata Bianca, ma nonostante tutto, la pia pratica del seppellimento dei bambini uccisi dall’aborto si è affermata e si è sviluppata in Italia e all’estero. Buona parte delle "disavventure" giudiziarie di Padre Andrea D’Ascanio sono dovute al mondo abortista dal quale ha ripetutamente ricevuto minacce di vario genere, sfociate poi in vari processi di fronte a Tribunali ecclesiastico, civile e penale.
5. Peregrinatio Mariae nell'Est Europa
Dal 1989 al 1996 l’Armata Bianca - previo accordo con i Vescovi delle varie nazioni - ha organizzato la Peregrinatio Mariae con la Madonna di Fatima in vari Paesi del “blocco comunista”: in Bulgaria, Romania, Ucraina, Bielorussia e Russia nonostante la realtà esterna del comunismo fosse spesso mutata solo formalmente.
In queste “peregrinatio” sono stati distribuiti libretti con i misteri del Rosario e circa 300.000 coroncine, molto gradite perché il Rosario è stata l’arma con cui i nostri fratelli dell’Est hanno combattuto e vinto la loro grande battaglia. Sono state donate anche 200.000 immagini del Cuore di Gesù e del Cuore Immacolato di Maria perché fossero presenti in ogni casa disponibile. In Bulgaria sono stati donati 10.000 Vangeli, i primi stampati in lingua bulgara dall’inizio della dominazione comunista. In tutte le Parrocchie dell’Ucraina visitate è stata lasciata una statua della Madonna di Fatima.
Padre Andrea ha voluto e guidato queste peregrinatio, organizzate con l’assistenza della Curia Generale dei Padri Cappuccini. Nostra Signora di Fatima è stata sempre accolta con tappeti di fiori, scampanii ininterrotti, folle di fedeli in attesa, anche se l’avviso del Suo arrivo veniva dato solo con qualche ora di anticipo.
I resoconti di queste “peregrinatio” sono stati riportati in una serie di pubblicazioni di Padre Andrea D’Ascanio (“I miracoli di Nostra Signora di Fatima nelle strade dell’Est”) e in alcune videocassette (“Testimoni della Fede”). Sono descritti momento per momento gli itinerari, le ansie, le esperienze, i paesaggi incontrati, le creature conosciute, l’Amore ritrovato, la Fortezza nella difesa della fede che ha portato tanti uomini a subire anni di carcere per un segno di croce.
6. La Implantatio Ordinis dei Cappuccini in Romania
D’accordo con i Superiori Generali dell’Ordine Cappuccino, Padre Andrea D’Ascanio ha contribuito in maniera determinante alla fondazione dell’Ordine Cappuccino in Romania, dove non era mai stato presente.
Durante le peregrinatio Mariae nell’est del 1991 Padre Andrea incontrò i Vescovi cattolici Jan Robu di Bucarest e Petru Ghergel di Iasi i quali gli chiesero di procurare una presenza cappuccina in Romania dove era in corso la costruzione di un grande santuario dedicato al beato cappuccino f. Geremia da Valacchia, allora unico santo cattolico della nazione.
Con la benedizione del Padre Generale del tempo, P. Flavio Carraro (poi Vescovo di Verona) e con l’appoggio del Definitore Generale per l’est P. Pacifico Dydycz (attuale Vescovo di Drohiczyn in Polonia), Padre Andrea si recò più volte a Napoli e convinse i superiori della Provincia Napoletana ad inviare due sacerdoti in Romania, anche per accogliere eventuali vocazioni di cui c’era una grande fioritura. Li aiutò a trovare una prima sistemazione ad Onesti, dove stava sorgendo il santuario ove furono accolte le prime vocazioni.
I Superiori generali hanno ufficialmente reso atto all’operato di Padre Andrea e dell’Armata Bianca nel n. 108 dell’Analecta Ordinis Fratrum Minorum Capuccinorum del gennaio-maggio 1992:
Dobbiamo ricordare in questo momento - come atto di riconoscenza - la grande importanza dell’Armata Bianca guidata dal nostro confratello fra Andrea D’Ascanio sotto la protezione della Madonna di Fatima…”
Nel 2000 è stato ordinato il primo Sacerdote cappuccino rumeno. Oggi la Provincia Cappuccina di Napoli ha in Romania 6 case religiose e un grande santuario dedicato al Beato Geremia da Valacchia con 49 professi tra sacerdoti fratelli laici.
7. Radio Maria Est
Percorrendo con le Peregrinatio Mariae varie nazioni dell’Est Europa, Padre Andrea D’Ascanio e l’Armata Bianca hanno incontrato sacerdoti la cui fede era stata temprata nel martirio; avevano una formidabile carica, ma numericamente erano impari rispetto all’attività da svolgere. Come aiutarli? La soluzione migliore parve impiantare emittenti radio che moltiplicassero la voce di quei pochi. Dopo aver parlato del progetto con i Nunzi, con i Vescovi e con tanti sacerdoti, si è passati all’azione facendo costruire sette emittenti di media potenza che sono state consegnate poi alla chiesa San Luigi dei Francesi di Mosca (Russia), Kiev, Harchov, Berdicev e Vinnitza (Ucraina), e Drohiczyn (Polonia).
In Ucraina è entrata in funzione l’emittente dei Padri Cappuccini di Vinnitza, che hanno finalmente avuto il permesso governativo per la loro regione. In Russia funziona ormai regolarmente da più anni Radio Moskwa Maria. Mons. Bernardo Antonini (nella foto, 1932-2002, è iniziato il suo processo di beatificazione) - al quale fu consegnata una delle radio - ottenne dietro sollecitazione di Padre Andrea D’Ascanio il permesso di trasmettere via radio su tutta la nazione. Ora, con la collaborazione di Radio Maria Italiana, la radio è attiva 21 ore su 24 sull’intera rete nazionale.
8.Interviste filmate sui martiri dell’Est
L’Est ha pagato il più grande contributo di sangue perché la Fede sopravvivesse alla più spaventosa e lunga persecuzione nella storia della Chiesa. Ora troppivorrebbero che si dimenticasse l’eroismo dei martiri. Per questo Padre Andrea dal 1990 ha voluto che l’Armata Bianca iniziasse a raccogliere le testimonianze degli ultimi martiri viventi. E’ un’opera difficile ma di fondamentale importanza, come confermò il Padre Nicolas Blaszko, sacerdote ortodosso di Kniagini, Bielorussia: «E’ impossibile raccontare tutto: la mia vita è passata così, ogni giorno e ogni notte: la sera ci coricavamo e pensavamo: chissà dove sarò domani mattina. La mattina ci alzavamo e pensavamo: forse fino a questa sera non saremo mandati via. (…) Ma oggi dal mio cuore vien fuori una grande gioia e voglio dirvi grazie, grazie infinite. Sento questo incontro di oggi con voi come la grande confessione della mia vita, la mia confessione davanti a tutto il mondo. Perché il mondo deve sapere che cosa noi abbiamo sofferto per Dio». (23.10.93)
9. Opera di sensibilizzazione per aiuti alla Chiesa dell’Est
9a.Raccolta di fondi
Le chiese non demolite dal comunismo sono state trasformate in fabbriche, “club”, discoteche, sale cinematografiche, scuole di ateismo, ecc... Con una lotta continua e tenace i cattolici hanno cercato di recuperare questi edifici, anche se la spesa di ristrutturazione è grande, maggiore che se fossero costruiti ex-novo. Ma per loro è una questione di principio: quello che è di Dio deve tornare a Dio!
A questa opera di “riconquista” partecipano tutti, dai bambini agli adulti e anziani, ma hanno un disperato bisogno di un po’ di denaro per acquistare il materiale. L’Armata Bianca si è data da fare anche in questa direzione aiutando nei propri limiti con offerte in denaro e mettendo in contatto gli interessati con gruppi ecclesiali e benefattori italiani.
9b. Opera di sensibilizzazione
Per interessamento di padre Andrea D’Ascanio si sono stabilite in Bulgaria le Suore di Madre Teresa di Calcutta e in Romania le Suore di Nostra Signora del Suffragio. Diverse comunità di clausura italiane si sono rese disponibili per aprire un convento nell’Est. Con un’associazione formata a Padova, la Stella del Mattino, della quale Padre Andrea è stato vicepresidente, si è provveduto a far giungere all’orfanotrofio di Onesti - dove già si erano installati i religiosi cappuccini di Napoli e P. Mario Quirini - notevoli quantitativi di latte in polvere e di medicinali.
9c. Invio di suppellettili sacre
Sia per sopperire ai reali bisogni di molte chiese dell’Est, sia per non lasciare andare in mani dissacratorie il materiale sacro che la nuova liturgia ha reso superfluo, e che circola regolarmente in bancarelle e negozi d’antiquariato, l’Armata Bianca ha chiesto a centinaia di Parrocchie e Conventi il materiale sacro inutilizzato.
A tal fine è stato costituito un centro a Trieste che ha provveduto ad inoltrare gli oggetti sacri nei Paesi dell’Est, in particolare nella ex-Jugoslavia, dove le suppellettili sacre sono rimaste sepolte sotto le macerie delle oltre 700 chiese distrutte.
10. L'Amore e la conoscenza di Dio Padre
Nel 1980 P. Andrea D'Ascanio ha incontrato a Roma Madre Eugenia Elisabetta Ravasio - mirabile missionaria della tenerezza del Padre - che nel 1932 aveva ricevuto un messaggio da Dio Padre rivolto a tutta l’umanità. E’ la prima manifestazione del Padre che si presenta come Persona e apre ai Suoi figli l’infinita tenerezza del Suo Cuore. Tale Messaggio (“Il Padre parla ai Suoi figli”) è stato riconosciuto valido dalla Chiesa dopo 10 anni di severi esami nella diocesi di Grenoble in cui è avvenuta la rivelazione.
P. Andrea lo ha pubblicato in italiano nel 1982 (50° anniversario della rivelazione) e ne ha poi curato la traduzione e la stampa in più di 25 lingue. In varie parti del mondo sono così sorti centri di spiritualità che hanno per base la testimonianza dell’Amore del Padre nei quali concretamente si manifesta la Sua azione misericordiosa.
Il 25 marzo 1989 è iniziata – ed è durata fino al 2000 - la pubblicazione del periodico “Dio è Padre” nella quale Padre Andrea cerca di smantellare la falsa o riduttiva immagine di Dio Padre quale giudice implacabile e di far invece conoscere la Sua vera essenza che è la caritatevole tenerezza.
Nel 1990 è stata costituita a L’Aquila l’Associazione Dio è Padre Casa Pater che si è fatta carico di diffondere questa spiritualità nel mondo.
Oltre che con conferenze e ritiri spirituali, l’Amore al Padre viene testimoniato in molte città italiane e straniere, con delle veglie di preghiera notturna dalle ore 21 del giorno 6 alle ore 6 del giorno 7 di ogni mese. Intenzione della veglia - portata avanti sempre con il Santissimo solennemente esposto e con la recita dell’intero Rosario - è che il Padre sia conosciuto, onorato ed amato da tutti gli uomini e che venga presto il Suo Regno di Amore, che da 2000 anni chiediamo nel Padre Nostro.
Per diffondere la conoscenza del Padre nei Paesi dell’Est, nei quali la sensibilità devozionale si esprime mediante le “icone” , Padre Andrea D’Ascanio ha commissionato a Lia Galdiolo, una dei più quotati iconografi contemporanei, la traduzione in icona dell’immagine del Padre così come si era mostrato a Madre Eugenia.
Questa icona ha avuto una particolare risonanza nell’anno 1999 dedicato al Padre. Durante il Giubileo del 2000, é stata riportata anche sulla copertina del calendario liturgico della Diocesi di Cracovia.
Attualmente è largamente diffusa, oltre che nell’Est, anche in Occidente.
11. Costruzione di una Chiesa dedicata a Dio, Padre di Misericordia a Zaporoze, Ucraina
Zaporoze, circa due milioni di abitanti, al centro dell’Ucraina, era stata scelta da Lenin come città modello della nuova Russia atea: non vi era neanche una cappellina dedicata al culto.
Padre Andrea D’Ascanio, su richiesta del Vescovo di Kamyaniets-Podilsky, Mons. Jan Olzsanski e del Parroco di Zaporoze, don Jan Sobilo, si è preso con l’Armata Bianca l’onere di finanziare la costruzione di una chiesa dedicata a Dio Padre di Misericordia da adibire sia al rito cattolico che ortodosso. Il parroco don Jan Sobilo, aveva ospitato l’Armata Bianca a Zaporoze durante la prima Peregrinatio Mariae nel 1991 e ne aveva accolto in pienezza la spiritualità, tanto da voler dedicare a Dio Padre la chiesa che desiderava costruire.
In un incontro privato con Sua Santità, gli aveva fatto visionare il progetto: Giovanni Paolo II aveva dato il suo assenso e anzi aveva offerto e benedetto la prima pietra. Subito dopo l’incontro con il Papa, don Sobilo venne a L’Aquila per trovare i responsabili dell’Armata Bianca: “Io ho il progetto, la benedizione del Papa e la prima pietra. Al resto deve provvedere l’Armata Bianca”, disse con un sorriso disarmante, certo di trovare appoggio.
L’Armata Bianca ha contribuito perciò alla costruzione della chiesa che è stata completata e consacrata il 7 agosto del 2004, ed ora è eretta come concattedrale della Diocesi.
Il Movimento continua ancora a sostenere la Parrocchia di Zaporoze nelle sue opere di misericordia e apostolato.
12. Ristrutturazione della Chiesa di San Pietro della Genca con annessa canonica, alle falde del Gran Sasso
Camminando in montagna vicino L’Aquila con alcune famiglie dell’Armata Bianca, Padre Andrea D’Ascanio si era imbattuto nel rudere di una chiesina utilizzata come stalla, il tetto semi crollato, la canonica totalmente distrutta. Affascinati dalla bellezza del luogo, tutti decisero di fare qualcosa per riportare il complesso alla sua dignità di casa di Dio.
Ne parlarono con il parroco nella cui giurisdizione rientrava la chiesina di San Pietro della Genca, ma questi era già troppo impegnato per i lavori della chiesa parrocchiale. La Curia vescovile rispose che non c’erano interessi pastorali in quella zona ormai del tutto spopolata e che bisognava rivolgersi alla Sovrintendenza dei BAAAS. Il responsabile dei BAAAS disse che non c’erano fondi da destinare a quella struttura, non considerata tra l’altro di alcun interesse artistico.
L’Armata Bianca decise allora di prendersi l’appalto dei lavori e, armati di carriola e di piccone, grandi e piccini cominciarono a giocare al restauro. Fu il lavoro-vacanza dell’estate 1984: capomastro il Geom. Giovanni Antonucci, manovali Padre Andrea D’Ascanio e la schiera dei piccoli con i loro genitori. Una mano molto valida fu data dai fratelli Vincenzo e Massimo Pulsoni di Camarda; determinante per il rifacimento del tetto fu l’apporto di Edmondo e Livio Ruggeri di Roma.
Riconsacrata la Chiesa il 24 ottobre 1984, nell’abside fu collocato un grande ovale raffigurante il Padre che accoglie il Figlio dopo la sua vittoriosa vicenda terrena. Questa chiesina era oggetto di visita di tutti gli amici che venivano a L’Aquila: far conoscere ai piccoli e ai meno piccoli il vero Volto di Dio, Padre di Tenerezza e di Misericordia, è uno degli scopi dell’Armata Bianca.
A restauro ultimato fu consegnata una chiave alla Curia Arcivescovile, una al parroco di Camarda e una la tenne l’Armata Bianca, come da disposizioni scritte dell’Arcivescovo Mons. Mario Peressin.
Conoscendo l’amore che Sua Santità Giovanni Paolo II aveva per la montagna del Gran Sasso e per i bambini, gli era stata fatto avere - tramite il Card. Andrea Deskur, che da sempre era informato delle iniziative dell’Armata Bianca - un invito formale perché vi facesse tappa in una delle sue escursioni al Gran Sasso. All’invito era allegato un album fotografico e una copia della chiave della chiesina. Fu risposto che Sua Santità aveva gradito l’invito e che sarebbe venuto a vedere “la piccola San Pietro aquilana”. Giovanni Paolo II è infatti venuto più volte in forma strettamente privata a San Pietro della Genca al punto che nel 2005 e stato ufficialmente tenuto a battesimo il "Sentiero Wojtyla", una mulattiera che dalla chiesina di San Pietro della Genca si inerpica fino al torrione roccioso che gli alpinisti locali chiamavano il "Gendarme", e che è stata ribattezzata con il nome di “cima Giovanni Paolo II” (2424 m.)
13. La Via Mariana
Si tratta di un antico percorso tratturale di circa 3 Km. che collega L’Aquila al santuario diocesano della Madonna di Roio, particolarmente caro al cuore degli aquilani. Durante la guerra le mamme di tre generazioni fa la percorrevano a piedi scalzi, recitando il Rosario, per far tornare vivi i figli impegnati sui vari fronti. Da loro i non più giovani hanno raccolto questa eredità e hanno cercato a loro volta di tramandarla.
S.E.R. Mons. Carlo Confalonieri, Arcivescovo de L’Aquila, nel 1942 aveva consacrato al Cuore Immacolato di Maria la Diocesi perché fosse custodita nel conflitto: la guerra si fermò ai suoi confini. L’Arcivescovo aveva inoltre fatto voto a Maria che, se la Città fosse stata risparmiata dalle bombe, avrebbe posto 15 edicole lungo il percorso che unisce L’Aquila al Santuario: l’unico bombardamento che subì la città fu quello che colpì la Zecca di Stato ma, qualche decennio dopo, nella zona sono state rinvenute moltissime bombe inesplose.
Nel 1961, dopo essere stato innalzato al Cardinalato, Sua Eminenza Carlo Confalonieri benedisse le 15 edicole con i pregevoli mosaici della Scuola Vaticana raffiguranti i misteri del Rosario. L’antico tracciato tratturale diveniva così ufficialmente la Via Mariana, la Via di Maria, e sono pochi gli aquilani che non l’abbiano percorsa almeno una volta nella loro vita.
A salvaguardia di questa Via si sono poi susseguiti vari decreti e leggi che la tutelano, ma, nonostante questi, è iniziato un progressivo degrado sia sul piano ambientalistico ed ecologico, sia sul piano sacro (sfregi alle immagini, guasti alle edicole, scritte blasfeme ecc.). Le moto e le auto fuoristrada ne avevano fatto un percorso preferenziale, danneggiando in modo irreversibile il fondo stradale. Il sentiero era cosparso di siringhe abbandonate dai drogati.
Padre Andrea D’Ascanio, per ridare alla Via di Maria la sua sacralità, dal 1975 ha curato il restauro dei mosaici presso la Scuola Vaticana reperendo i fondi necessari, e ha poi organizzato ogni sabato pomeriggio un pellegrinaggio con la recita dell’intero Rosario per il Papa e per l’Arcidiocesi. Altri hanno poi seguito il suo esempio.
14. La ristrutturazione del complesso immobiliare ridotto allo stato di rudere di Sant’Apollonia ovvero S. Maria delle Bone Novelle
Nel 1993 Mons. Peressin Arcivescovo dell’Aquila, nominò P. Andrea D'Ascanio confessore presso la Basilica di Collemaggio (il più grande tempio de L'Aquila) e gli affidò la Rettoria di Santa Maria delle Bone Novelle, chiamata anche Sant' Apollonia, sita in una zona seminascosta del centro storico de L'Aquila perché l’Armata Bianca - con un comodato ventennale - lo ristrutturasse e ne facesse la propria sede.
La chiesa e la canonica, in cui il P. Andrea D'Ascanio trasferì il suo domicilio, erano un rudere, luogo di ritrovo della malavita cittadina come risulta provato da diversi documenti visivi.
La chiesa, da ricovero di drogati, in pochi anni è divenuta centro di Adorazione Eucaristica quotidiana e sicuro riferimento di spirito per tantissime persone di più parti di Italia e del mondo, come risulta dall’album delle firme.
In Santa Maria delle Bone Novelle - oltre alla Messa e Adorazione Eucaristica quotidiane e alla veglia nella notte tra il 6 e il 7 di ogni mese in onore di Dio Padre - si svolgevano varie attività: formazione di un coro polifonico; lezioni di musica di vari strumenti; biblioteca circolante; cineforum settimanale con la proiezione di film accuratamente scelti…
L’Armata Bianca, oltre ad occuparsi della chiesa e del complesso immobiliare allo stato di rudere di S. Maria delle Bone Novelle, si è impegnata nella costruzione ex novo della strada di accesso, che era assolutamente impraticabile, pavimentandola con gradoni di pietra bianca per una superficie di circa 700 mq; è stata anche bonificata e sistemata a verde tutta la zona circostante che è divenuta uno degli angoli più suggestivi della città.
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